mercoledì 27 giugno 2007

CHI CERCA TROVA: non ci sono i dati delle centraline di rilevamento ... MA ...



Ho fatto una visita al sito dell'APAT - Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici, ed ho trovato una serie di documenti relativi alla autodenuncia delle discariche in ambiente da parte delle industrie che producono inquinanti oltre una certa soglia: per gli ultimi anni per Tirreno Power ho trovato dati che ho sintetizzato in tabella!

martedì 26 giugno 2007

Nucleare all'estero va anche in Europa

In asia il nucleare non si è mai fermato, in Francia è a regime, in quanto hanno molto più di quanto basta e quindi sono in un regime di sostituzione di impianti vecchi, in Inghilterra si sta pensando al potenziamento degli impianti nucleari. Cernobyl, in Italia, è stata l'occasione per gli oppositori del nucleare di creare una "caccia alle streghe" insensata: gli impianti nucleari sono più rispettosi dell'ambiente e della salute del cittadino di quanto non lo siano quelli ad olio ed a maggior ragione quelli a carbone. Esiste il problema delle scorie, ma con una oculata politica di trattamento e smaltimento sono senz'altro meglio delle emissioni in atmosfera ed in discarica delle centrali ad olio ed a carbone. C'è da riflettere, c'è da agire.

lunedì 25 giugno 2007

La mia ricetta per il traffico ALBISOLA-SAVONA

Da oltre 30 anni mi occupo di viabilità e di problemi del traffico,con particolare attenzione all’area Albissola-Savona, che coinvolge più amministrazioni e non ha trovato sino ad ora soluzione. E’ vero che da altrettanti anni sono in gestazione progetti quali la Metropolitana e l’Aurelia bis ma, per fortuna, questi progetti costosi e non adeguati a risolvere le esigenze della comunità, sono decaduti.
Il mio interesse per la soluzione della viabilità dell’area savonese ed albissolese mi ha stimolato negli anni, diverse proposte progettuali, tra cui lo spostamento dell’autostrada tra il casello di Celle Ligure e Savona con un percorso quasi esclusivamente in galleria, più arretrato rispetto alla fascia costiera, con la opportunità di destinare l’attuale percorso ad uso locale,
La realizzazione di un nuovo casello autostradale tra Albissola e Savona, più funzionale rispetto a quello ipotizzato sul Letimbro,
Soluzioni di viabilità per la città di Savona che consentano attraverso pochi interventi di risolvere criticità storiche e di offrire al traffico percorsi alternativi, in modo da “fluidificare” la circolazione, a beneficio dei tempi di percorrenza, e un minor inquinamento urbano.
Il 15 febbraio 2006 ho scritto una lettera all’Amministrazione comunale di Savona per mettere in luce che la proposta di costruire una struttura per parcheggi auto in via Falletti avrebbe precluso il suo utilizzo come accesso a Savona, ed ho compreso come anche quella amministrazione, come quelle precedenti, non dedicasse sufficiente attenzione ai problemi del traffico della città nel suo complesso.
E’ evidente ad esempio che il traffico alla Torretta è mal gestito: in decenni di storia recente abbiamo assistito ad esperimenti basati su tentativi piuttosto che a competenza, è altresì evidente che la rotatoria del Priamar ha creato ingorghi, ed è ancora evidente che da levante esiste praticamente solo l’Aurelia come punto di ingresso in Savona.
Quindi ho preso “carta e penna” ed ho scritto che l’accesso a Savona, vista la criticità indotta dalla strozzatura della Torretta e dalla funzionalità e strategicità dell’accesso attraverso le Funivie e via Falletti, imponesse di considerare questo accesso di prevalente interesse, e di mantenerne la fattibilità, evitando di creare ostacoli ad una sua futura realizzazione.
Poiché mi sono reso conto che i miei progetti, ed in particolare, l’accesso a Savona attraverso l’accesso Funivie-via Falletti ed il casello autostradale tra Albissola e Savona erano stati completamente dimenticati dalle amministrazioni, ho realizzato una presentazione che, nell’arco maggio 2006 marzo 2007 ho sottoposto a vari Enti e Amministratori, tra cui:

Burlando Claudio, presidente regione Liguria
(ha incaricato gli assessori Merlo e Ruggeri di seguire per quanto di loro competenza)
Merlo Luigi, assessore regione Liguria Infrastrutture
Ruggeri Carlo, assessore regione Liguria Urbanistica
Pedemonte Bruno, responsabile ufficio tecnico infrastrutture regione Liguria
Canadese Rino, Port Authority Savona
Berruti Federico, sindaco Savona
Di Tullio Livio, assessore Lavori Pubblici
Tuvè Rosario, assessore Urbanistica Savona
Ferro Nanni, direttore generale comune Savona
Giraudo Livio consigliere comunale Savona
Parodi Nello, sindaco Albisola Superiore
Manzini Roberto, assessore infrastrutture Albisola Superiore
Giunta Comunale Albisola Superiore e responsabili aree tecniche comunali
Parodi Stefano, sindaco Albissola Marina
Gradella Giuseppe, vice sindaco Albissola Marina
Bertolotto Marco, presidente provincia Savona
Pesce Pierluigi, assessore infrastrutture e viabilità provincia Savona
Ulivi Roberto, presidente prima circoscrizione e Consiglio prima circoscrizione
Dallaglio Renato, presidente seconda circoscrizione
Larice Bruno, presidente terza circoscrizione
Orsi Franco, consigliere regione Liguria

Credo quindi che nel breve termine, ovvero nel giro di 2-3 anni, si potrebbe dare una decisa svolta rispetto al passato, e realizzare poche efficaci opere, per dare finalmente una soluzione al traffico tra Albissola e Savona. La tempistica da me ipotizzata è realistica, se tutte le amministrazioni coinvolte opereranno con lo stesso fine: vediamo il casello autostradale di Borghetto, che è stato realizzato in un circa 2-3 anni ed è un esempio di successo, sia come soluzione viabilistica che dal punto di vista economico.

Quindi realizzare un casello autostradale tra Albissola e Savona in località Albamare, con uno svincolo che sfocia alle Funivie, per togliere almeno un 50% di quel 70% che è riconosciuto essere il traffico in attraversamento alle Albissole; togliere un 50% del traffico in ingresso da est a Savona attraverso la torretta, instradandolo attraverso la bretella Funivie-via Falletti-Il Gabbiano ai maggiori parcheggi di Savona (gas, provincia, ex-FS, il Gabbiano).

Il casello tra Albissola e Savona, in congiunzione con la bretella di via Falletti, consente di raggiungere molto velocemente dall’autostrada i maggiori obiettivi della città che sono l’area porto-Priamar-centro, l’area Il Gabbiano-Villapiana-oltreletimbro, l’area Ospedale.

Questa soluzione è molto più efficace dell’ipotesi di svincolo autostradale in corso Ricci in termini di velocità di accesso ai tre obiettivi individuati, e perché consente di liberare corso Ricci, corso Mazzini, nonché via Stalingrado da buona parte del traffico diretto verso l’autostrada.
E’ pur vero che si avrebbe il tratto Funivie-porto con traffico pesante, ma questo traffico che già c’è in massima parte perché proveniente dallo svincolo autostradale di Albissola, sarebbe mescolato alla metà circa del traffico leggero, in quanto l’altra metà del traffico leggero accederebbe a Savona attraverso la bretella di via Falletti.
Quindi circa 700 metri di traffico pesante su strada urbana (con metà traffico rispetto all’attuale), contro 3500 metri di maggior traffico pesante e leggero su corso Ricci e corso Mazzini nell’ipotesi di svincolo sul Letimbro.
Inoltre, data la velocità di percorrenza autostradale e degli svincoli, parte del traffico attualmente in uscita a Savona-Vado uscirà ad Albamare e quindi corso Mazzini e via Stalingrado saranno allegerite di una discreta quantità di traffico.

E infine questa soluzione “avvicina” i centri limitrofi, quali Celle, Varazze, Altare, Pietra Ligure, Sassello, Stella
Al momento attuale molta gente di Varazze non considera più Savona come meta appetibile: evita di andarci perché questo in auto significa un’ora o più per andare, ed altrettanto per tornare , con uno stress notevole.
Col casello ad Albamare, il tempo richiesto dal casello di Celle-Varazze alla Torretta od all’Ospedale o al Gabbiano sarà di circa 10 minuti!
Savona può tornare ad essere Capoluogo, Albissola può uscire dall’incubo traffico che la attanaglia da sempre, i paesi limitrofi possono “pensare” a muoversi.

domenica 24 giugno 2007

22 giugno 2007: CONVEGNO Natale Leone Albisola: Aurelia traffico al collasso




Sala piena, gente in strada che non riesce ad entrare: il tema è scottante. NON si riesce più a vivere ad Albisola: il traffico è una morsa che dall'Aurelia e corso Mazzini ha assalito anche tutte le strade minori. Paralisi totale nelle ore di punta. In auto non si va più. In moto è spesso difficile. Oltre alla "veloce" alternativa di andare a piedi, esiste qualche progetto, qualche speranza per il futuro? E' stato il tema del dibattito. (clicca sulle immagini per ingrandirle)

martedì 12 giugno 2007

Cinema Natale Leone: Quale futuro per la soluzione del problema traffico ad Albisola


Venerdì 22 giugno al cinema teatro Natale Leone di Albisola Capo alle ore 21 incontro con un tema molto vecchio quanto attuale: soluzioni progettate e soluzioni nuove a confronto.
Interverranno tecnici e politici per una serata di informazione e discussione su quanto fatto e quanto si potrebbe fare.
Aurelia bis, nuovi caselli autostradali, altre soluzioni più o meno efficaci.
Sono stati invitati i sindaci delle Albissole, il Presidente della Provincia di Savona, l'assessore all'ambiente ing. Franco Zunino.
La serata si preannuncia molto interessante, poichè l'argomento è sempre più urgente, il traffico in crescita, le aspettative della popolazione aumentate dalla lunga attesa di soluzioni.

6 giu 2007- Forzano Paolo a Televarazze: il grande tappo di Albissola

clicca qui per vedere il video--->il grande tappo di Albissola su YouTube! venerdì 6 giugno ore 21 ad "Incontri con Piero Spotorno" su Televarazze si è parlato del grande tappo di Albissola, ovvero della cinquantennale cronica coda che si forma al Albissola: spesso 1-2 ore per fare 1 km di strada. Un problema vecchio. Un problema sempre più attuale.
Ospiti della serata sono stati:
ING. ZUNINO FRANCO, assessore ambiente Regione Liguria
AVV. GHIGLIAZZA ANTONIO, sindaco città di Varazze
ING. GRADELLA GIUSEPPE, vice sindaco città di Albissola Marina
DOTT. PARODI LIONELLO, sindaco città di Albisola Superiore
ING. FORZANO PAOLO, progettista, esperto di traffico
Durante l'incontro l'ing. Forzano ha illustrato in cinque brevi interventi:
1) il grande tappo: ovvero le cause che generano il rallentamento ed a volte il blocco del traffico ad Albissola
2) il "secondo" tappo: l'ingresso in Savona, purtroppo sempre limitato al solo accesso attraverso la "torretta"
3) lo stato progettuale attuale dell'Aurelia bis tra Albisola e Savona: che cosa risolve, che cosa non risolve
4) poichè l'Aurelia bis NON risolve il problema del congestionamento di Albissola, è necessario formulare nuove proposte per risolvere la questione: Paolo Forzano fa alcune proposte, tra cui quella di un nuovo casello autostradale in località Albamare, molto più utile ed efficace di quello proposto locato sul Letimbro. Per le due soluzioni vengono presentati i tempi di accesso ai principali punti di Savona, onde poter capire da che parte stia la convenienza.
Tra i quattro interventi di Forzano c'è stato ampio spazio per la discussione che ha visto l'importante apporto dei sindaci del comprensorio e dell'assessore all'ambiente della Regione Liguria ing. Franco Zunino.
Gli altri spezzoni della trasmissione sono in preparazione, quindi appuntamento a presto!

venerdì 1 giugno 2007

Effetti nocivi della combustione del carbone

tratto da WIKIPEDIA:
La combustione del carbone, come quella di ogni altro composto del carbonio, produce anidride carbonica (CO2), oltre a quantità variabili di anidride solforosa, a seconda del luogo dal quale è stato estratto. L'anidride solforosa reagisce con l'acqua, formando acido solforoso. Se l'anidride solforosa viene rilasciata nell'atmosfera, reagisce con il vapore acqueo ed eventualmente torna sulla terra in forma di pioggia acida.
Le emissioni della combustione di carbone in centrali elettriche rappresenta la più grande fonte artificiale di anidride carbonica, che secondo la maggior parte degli studiosi del clima è causa primaria del riscaldamento globale. Oltre a questo, nelle emissioni degli impianti sono presenti molti altri inquinanti. Alcuni studi dichiarano che le emissioni delle centrali elettriche a carbone siano responsabili della morte prematura di decine di migliaia di persone, solo negli Stati Uniti. Inoltre, queste emissioni sono le principali responsabili delle pioggie acide di alcune nazioni. le centrali elettriche moderne utilizzano varie tecniche per limitare la nocività dei loro scarichi e per aumentare l'efficienza della combustione, anche se queste tecniche non sono utilizzate in molti paesi, visto che gravano sul costo degli impianti. Per ridurre le emissioni sono state proposte tecniche di "sequestro" della CO2, ma non in larga scala.
Il carbone contiene anche tracce di altri elementi, compresi l'arsenico e il mercurio, che sono pericolosi se rilasciati nell'ambiente. Il carbone contiene anche tracce di uranio e altri isotopi radioattivi naturali, che rilasciati nell'ambiente possono comportare una contaminazione radioattiva. Sebbene queste sostanze siano presenti solo in tracce, bruciando grandi volumi di carbone ne vengono rilasciate quantità significative. Una centrale a carbone, durante il suo funzionamento, emette nell'aria più radioattività di quella che emette una centrale nucleare di pari potenza. (vedi [3] (en) e [4] (en) per numeri e dettagli)
Il carbone minerale, qualunque sia la sua qualità (litantrace, antracite, lignite, torba) e per quanto vagliato e polverizzato, essendo residuo fossilizzato di materiali lignei e vegetali, contiene sempre, oltre allo zolfo, anche se in differenti dosi, maggiori quantità rispetto ai derivati del petrolio di metalli pesanti (quali nichel, cadmio, piombo, mercurio, cromo e arsenico) e di alogeni, in particolare fluoro, cloro e loro composti. L'acido solforico e gli altri acidi forti, come quelli cloridrico (HCl), fluoridrico(HF) e nitrico (HNO3) non sono, peraltro, gli unici prodotti indesiderati della combustione che, se perfetta, dovrebbe generare solo acqua sotto forma di vapore e anidride carbonica (o biossido di carbonio – CO2). E' infatti ben noto che un'ossidazione incompleta (e a maggior ragione lo sarebbe con un combustibile allo stato solido anziché liquido o gassoso) produce anche ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO). Quest'ultimo, in particolare, è unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale come un gas altamente tossico e nocivo se si considera che, respirato anche in piccole dosi, si sostituisce all'ossigeno nella sua insostituibile funzione vitale fissandosi rapidamente all'emoglobina del sangue, formando la carbossiemoglobina e causando situazioni di crisi nell'ossigenazione delle cellule. Basta, infatti, una concentrazione nell'aria (formata per circa il 21% da O2, per il 70% da N e minori quantità di gas inerti) di CO pari solo allo 0,7%, per impegnare circa la metà dell'emoglobina del sangue. L'azione tossica si manifesta con cefalea e vomito e porta rapidamente a uno stato di coma fino al blocco della respirazione, con collasso vascolare. La presenza del cloro, inoltre, comporta la formazione e l'emissione nell'ambiente circostante di microinquinanti quali le policloro-dibenzodiossine e i policloro-dibenzofurani; le diossine, in particolare, risultano nocive per l'uomo anche in concentrazioni di qualche ng/Nm3. Annesse a queste ultime vi sono le nanopolveri o nanoparticelle (aggregati molecolari con un diametro compreso indicativamente fra 2 e 200 nm, si parla in particolare di PM0,2 considerando che la doppia elica del DNA ha un diametro di circa 2 nm), più sottili e più nocive della PM10 o particolato fine (già responsabile di malattie cardiogene quali infarto, scompenso cardiaco, cancro polmonare, ictus) che danno origine alle nanopatologie.
Queste microscopiche particelle di materiale inorganico che contiene metalli pesanti come arsenico, cromo, cadmio, alluminio, penetrano nell'organismo umano e animale arrivando direttamente nel sangue (se ingerite attraverso cibi esposti alle polveri verrebbero poi per la gran parte eliminate tramite le feci e le urine, ma la quota residua entro circa un'ora passerebbe attraverso la barriera intestinale annidandosi nei tessuti degli organi, che non sono poi in grado di espellerle efficientemente perché bioincompatibili) entro 60 minuti dalla loro inalazione esercitando una forte reazione di autodifesa degli anticorpi macrofagi che, a loro volta sono incapaci di aggredire le polveri a causa della loro ridotta dimensione (inferiori a quelle di un virus e prossime o eguali a quelle molecolari). Il macrofago persiste nell'attacco alle nanopolveri, generando una infezione nel sistema immunitario che da l'origine al tumore, a loro volta le nanoparticelle oltrepassano le membrane dei globuli rossi arrivando fino alle cellule, dove, alterandone le caratteristiche (o alterando le caratteristiche del DNA), le trasformano in cellule tumorali.
Queste alterazioni sono presenti anche nello sperma dell'uomo che, fecondando la donna trasmette i geni modificati al feto, che a sua volta presenta malformazioni già dai primi giorni di sviluppo. Un'associazione di elementi simili è stata riscontrata al livello epidemiologico e in maniera rilevante nei casi di soldati ammalatisi durante la prima guerra del Golfo (sindrome del Golfo), e durante la guerra del Kosovo (sindrome dei Balcani), dove l'utilizzo massiccio di proiettili di uranio impoverito generava dallo schianto dei metalli coinvolti nella perforazione del proiettile sulle corazze, temperature fino a 2500/3000 °C, entro le quali questi sublimavano generando nanopolveri dalla caratteristica sfericità. La sedimentazione negli organi dell'uomo delle nanoparticelle genera infezioni e tumori (13 tipi di carcinomi conosciuti) a partire dal primo deposito fino ai venti anni di permanenza (nei casi di soggetti più resistenti). L'arsenico assunto nel sangue e causa di cancro ai polmoni, al fegato, alla vescica, al rene, alla pelle e all'intestino, si associano quindi agli effetti distruttivi i granulomi renali permanenti, alcune malattie del sangue come le trombosi (a causa dell'indotta trasformazione del fibrinogeno in fibrina), i tumori (come i Linfoma di Hodgkin) nonché tutti gli stati patologici causati da concentrazione di elementi inquinanti nell'organismo. I sedimenti di metalli pesanti non sono comunque espellibili dall'organismo e vi restano in modo permanente. Per ridurre a livelli accettabili le suddette immissioni nell'atmosfera di sostanze nocive, tossiche e corrosive, di incombusti e di particelle solide, cancerogene, contenute nei fumi, sarebbe necessario progettare e costruire dei filtri di concezione avveniristica che sarebbero, tuttavia, non idonei a trattenere le emissioni radioattive derivate dalla presenza del gas radon, che permane nelle particelle del minerale anche dopo la combustione ad elevata temperatura.
leggi direttamente su WIKIPEDIA --- Carbone ...

provincia di Verona - cosa fa per il monitoraggio ambientale

il sito della provincia di Verona contiene molte informazioni e grafici interessanti sul monitoraggio dell'aria, ed altre attività.
vai al sito della provincia di Verona
Se cercate potrete trovare molte "novità" e "differenze" rispetto a quello che potete trovare sul sito della provincia di Savona.

Un rapporto molto interessante, sia a scopo didattito (per chi non conosce la problematica) che informativo, è quello indirizzato qui sotto: io ho riportato poi, all'ultima voce, solo i dati relativi al comune di Verona, ma ci sono anche ovviamente tutti gli altri comuni.
Buona Lettura!

leggi il capitolo --- QUALITA’ DELL’ARIA E FATTORI METEOROLOGICI
leggi il capitolo --- LA QUALITÀ DELL’ARIA: LE FONTI DI PRESSIONE
leggi il capitolo --- DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI IN ATMOSFERA – VALUTAZIONI MODELLISTICHE
leggi il capitolo --- LA QUALITA’ DELL’ARIA SU MACROSCALA
leggi il capitolo --- LA DIFFUSIONE DEGLI INQUINANTI – IL MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
leggi il capitolo --- LA DIFFUSIONE DEGLI INQUINANTI – IL BIOSSIDO DI ZOLFO SO2
leggi il capitolo --- LA DIFFUSIONE DEGLI INQUINANTI IL BIOSSIDO DI AZOTO (NO2)
leggi il capitolo --- GLI INQUINANTI NON TRADIZIONALI
leggi il capitolo --- LA QUALITA’ DELL’ARIA NEL COMUNE DI VERONA